De Bortoli a 10alle5Quotidiana: “le edicole sono come le Chiese: presidi civici di cultura, informazione e identità”

De Bortoli a 10alle5Quotidiana: "le edicole sono come le Chiese: presidi civici di cultura, informazione e identità"

Milano, 10 Giugno 2021

Se muore un’edicola non rinasce più, viene meno un momento di integrazione e insieme di identità” afferma Ferruccio De Bortoli, ex direttore del Corriere della Sera e de Il Sole 24 Ore, durante il colloquio con Alessandro Banfi per 10alle5Quotidiana (www.10alle5quotidiano.info).

De Bortoli, milanese che ama la sua città e attualmente presidente della Vidas, grande realtà del terzo settore per l’aiuto e l’assistenza ai malati, sottolinea l’importanza e la forte presenza della solidarietà milanese: “Il terzo settore non si è mai fermato. C’è stata una solidarietà meneghina molto forte. La nostra tradizione è stata rispettata. Dalla solidarietà fra i milanesi per combattere le malattie sono nati Ospedali e istituzioni civiche. Il tessuto di volontariato, laico e cattolico, ha retto, indipendentemente dalle istituzioni, nei quartieri. Mi aspetto che dalla prossima campagna elettorale per le Comunali si valorizzi questo capitale sociale”.

Per quanto riguarda il suo coinvolgimento nella nuova Rai, Ferruccio De Bortoli afferma a 10alle5 Quotidiana: “Personalmente non ho alcuna intenzione di cambiare la mia condizione attuale, sto bene così. Sul tema posso dire che Milano è per fortuna ancora la capitale dell’editoria, un grande centro di produzione di contenuti. Ed è anche stata la culla e d è ancora la sede principale di un polo televisivo commerciale come Mediaset. Trovo giusto che la Rai non la trascuri, senza quote di campanilismi. Si guardi alle eccellenze e alle professionalità e si investa per il bene dell’azienda. Non di questa o quella città”.

Fondamentale è reinventare il mondo delle edicole, sparse nelle varie città, offrendo non solo giornali ma beni e servizi sul territorio per evitare che scompaiano: “Le edicole sono rimaste aperte anche durante la pandemia. Sono state considerate un servizio essenziale per i cittadini. Se ci pensiamo, sono presidi civici di cultura e informazione, ma anche di identità nei quartieri delle nostre città. Mi si lasci avanzare il paragone, che non vuole essere irrispettoso: sono come le chiese. Dunque immaginare di offrire servizi anche di altra qualità vuol dire sviluppare la loro funzione sociale. Impedire che vengano travolte dalla trasformazione urbanistica. Se muore un’edicola non rinasce più, viene meno un momento di integrazione e insieme di identità. Laddove le edicole, cambiando pelle, riescano invece a sopravvivere, sarà garantita una qualità di presenza capillare sul territorio davvero preziosa per tutti”.